Traduzione di Gregory Catella, Sara Di Addezio Catella
Il pensiero di Georges Didi-Huberman si avventura nelle profondità di una delle questioni civili, giuridiche, etiche e politiche più gravi della nostra epoca, e ci invita a riconoscere nei migranti ciò che nei sedentari è stato rimosso fino a diventare incomprensibile: il semplice desiderio di passare.
«Passare. Passare a ogni costo. Piuttosto crepare che non passare. Passare per non morire in questo territorio maledetto e nella sua guerra civile. Essere fuggito, aver perduto tutto. Passare per tentare di vivere qui dove la guerra è meno crudele. Passare per vivere come soggetti del diritto, come semplici cittadini. Poco importa il paese, purché sia uno Stato di diritto. Passare dunque per cessare di essere fuori dalla legge comune. (…) In ogni caso: passare per vivere. Ma quando siete fuggiti dalle mura chiuse delle cantine bombardate, avete trovato un confine chiuso e un filo spinato nel campo di Idomeni».